Prima Pagina - INTERVENTO A PALAZZO CHIGI DEL PROF POERIO

RIUNIONE PALAZZO CHIGI, 22 settembre 2023

INTERVENTI PER CALMIERARE L’INFLAZIONE A TUTELA DEI REDDITI

 

Ringraziamo il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Sen. Adolfo Urso, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Sen. Paolo Zangrillo ed i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dott. Alfredo Mantovano e il Sen. Giovanbattista  Fazzolari  per questa convocazione.

Vi ringraziamo per il tema oggetto dell’incontro e per la sede scelta. È importante che il confronto sugli interventi per calmierare i prezzi avvenga a Palazzo Chigi, perché strettamente connesso con altre problematiche e con la prossima Legge di Bilancio che il Governo si accinge a delineare.

L’inflazione è aumentata notevolmente dal 2021 nella maggior parte delle economie, sviluppandosi in modo più elevato in alcuni settori. Il fenomeno è stato determinato da diversi fattori quali le strozzature dell’offerta, l’aumento dei prezzi dell’energia causato dall’invasione della Russia nei confronti dell?Ucraina e le politiche espansive a sostegno delle famiglie e delle imprese durante la pandemia di Covid-19, con l’elargizione di diversi bonus a pioggia.

La Banca Centrale Europea, presieduta dalla signora Lagarde, ha cercato di intervenire,ma con alquanto ritardo e con ben dieci rialzi dei costi del denaro che riteniamo eccessivi, tant’è che l’ultimo aumento è passato nel Consiglio Direttivo a maggioranza.

Tali rialzi hanno determinato secondo il Ministro Giorgetti un buco di 15 miliardi nei conti dello Stato.

Ad agosto l’inflazione era al 5,3%, ma sui prodotti del carrello della spesa era molto più alta, circa il 10%.

Ben venga, quindi, il carrello tricolore.

Il Governo, infatti, meritoriamente, ha stretto un patto con la distribuzione e l’industria per realizzare un paniere di prodotti calmierati per un trimestre, da ottobre a dicembre di questo anno, con l’obiettivo di offrire al consumatore beni di prima necessità, alimentari e non, a prezzo ridotto del 10-15%.

Fra i beni alimentari, mi pare, non ci siano i prodotti ortofrutticoli che sappiamo, lo dico da medico, quanto siano importanti per la salute di noi tutti.

Far parlare grande distribuzione ed industria è un grande risultato, così come istituire un tavolo permanente con la vigilanza del Garante dei prezzi.

È altrettanto importante realizzare una buona campagna pubblicitaria perché si dovrà evitare lo scarso risultato dei cartelli con i costi medi dei carburanti e soprattutto i casi di riduzione del peso del prodotto, mentre il prezzo è rimasto invariato o addirittura aumentato.

Comunque, il nostro giudizio è positivo ma vorremmo un po’più di concorrenza che, a nostro parere, rimane sempre una delle armi più importanti contro l’inflazione.

Gli interventi per combattere l’inflazione sono diversi alcuni di ambito europeo, altri nazionali.

La politica monetaria è stata la prima linea di difesa sia a livello europeo di BCE, che di Federal Reserve. Per ridurre il fenomeno inflazionistico si è fatto ricorso a politiche monetarie restrittive, alzando il costo del denaro e riducendo l’offerta di moneta.  Ma in Europa ad un’unica politica monetaria non corrisponde una altrettanto unica politica di bilancio. È necessario dunque lavorare per un migliore allineamento delle politiche fiscali e monetarie, in quanto oltre all’elevata inflazione, bisogna tener conto anche dei debiti pubblici che hanno raggiunto livelli storici.

 

Gli interventi / obiettivi a livello internazionale:

  • unificazione delle politiche di bilancio degli Stati membri dell’UE, così come la creazione di una capacità fiscale comune e di un bilancio europeo di dimensioni adeguate a realizzare l’obiettivo finale del processo di integrazione economico europeo;
  • riforma della governance (anche fiscale) dell’UE, un’opportunità fondamentale per ristabilire un quadro solido anche per la gestione del debito pubblico;
  • rientro dai debiti, personalizzato per singolo Paese, che tenga conto delle caratteristiche economiche e finanze pubbliche di ciascun Stato membro. È necessario ripensare le politiche deflazionistiche in quanto con quelle recessive si potrebbe correre il rischio di inibire il potenziale finanziario messo a disposizione dal meccanismo di salvataggio del nuovo MES;
  • politiche comuni della concorrenza e della regolamentazione dei mercati. La teoria ci insegna che in un mercato concorrenziale i prezzi sono più bassi di quelli che si formano nei mercati monopolistici o oligopolistici, e che la concorrenza agisce sempre come un meccanismo naturale per il corretto rispristino dei prezzi di mercato, riducendo i profitti delle imprese e andando a vantaggio dei consumatori.

 

Gli interventi / obiettivi a livello nazionale:

  • rinnovo dei CCNL scaduti sia pubblici che privati. L’impennata dell’inflazione pone non solo questioni di carattere macroeconomico, ma anche di stampo strettamente giuridico, in relazione alla conformità di quelle retribuzioni, fissate in contratti collettivi non rinnovati, in rapporto al parametro costituzionale della sufficienza di cui all’art. 36 della Costituzione. È del tutto evidente che l’assenza di un meccanismo di indicizzazione automatico delle retribuzioni e l’incoercibilità dei rinnovi della parte economica dei contratti determinano un’evidente perdita di potere d’acquisto dei salari in tutte quelle categorie per le quali non si è proceduto per tempo al rinnovo del contratto collettivo scaduto;
  • revisione del modello contrattuale disegnato nell’ormai lontano 2009, (con riferimento alla validità dell’indice IPCA depurato dai prezzi dei beni energetici);
  • introduzione di meccanismi che assicurino la puntualità dei rinnovi contrattuali e che consentano, almeno nel caso di picchi inflattivi improvvisi, di aggiornare la parte economica senza attendere la scadenza naturale del contratto;
  • misure di rivalutazione delle pensioni. Nella prossima Legge di Bilancio è necessario migliorare i criteri di rivalutazione dei trattamenti pensionistici in godimento. I pensionati negli ultimi 21 anni sono stati penalizzati per ben 18 volte con tagli della perequazione e contributi di solidarietà vari.

 Restituire capacità di spesa ai pensionati è strategico anche per la tenuta dei consumi. La gran parte dell’industria italiana, infatti, lavora per i consumi interni e le persone anziane rappresentano quasi un quarto della popolazione.

Inoltre, come se non bastassero le penalizzazioni sopportate dai pensionati negli ultimi cinque lustri, un recente demenziale studio dell’Inps propone pensioni ridotte a chi vive più a lungo differenziando il coefficiente di trasformazione (attualmente uguale per tutti) in base all’età.

L’Inps, infatti, ha scoperto (sono dati vecchi di qualche decennio) che, ad esempio, il dirigente vive, dopo il pensionamento, circa due anni in più dell’operaio e dell’impiegato. Va, quindi, punito, abbassandogli la pensione, senza considerare che potrebbero sorgere vari problemi, anche se ciò fosse legittimo.

Tanto per esemplificare è universalmente noto che le donne vivono mediamente cinque anni più degli uomini. Continueremo a penalizzarle più di quanto fatto fino ad oggi?

      Mi auguro che questo demenziale studio vada a finire nel più profondo e nascosto cassetto di Palazzo Chigi o in qualche altro contenitore meno nobile;

  • ampliamento del protocollo d’intesa antinflazione;
  • garante per i prezzi, rafforzamento dei poteri e attribuzione di strumenti incisivi di intervento nel caso di accertati fenomeni speculativi.

In conclusione la lotta all’inflazione coinvolge diverse istituzioni, è una lotta che per essere vinta richiede tempo ed interventi coraggiosi e lungimiranti. Per ritornare alla premessa ribadiamo che Palazzo Chigi è la cornice ideale per affrontare il problema.

La nostra Federazione, come sempre, intende avere un atteggiamento responsabile e di collaborazione con il Governo, attraverso il confronto e proposte adeguate.

 

                                                                                                     Prof Michele Poerio

Pubblicato il 28/09/2023

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