MEDICI IN PRIMA LINEA CONTRO IL CORONAVIRUS - Lettera del Presidente

Carissime colleghe e colleghi,

mi pare sia pleonastico affermare che la Federspev nazionale e la Confedir condividano l’encomiabile iniziativa del Presidente Federspev della Regione Piemonte dott. Umberto Bosio, del quale pubblichiamo la nota di seguito.

Ma vorrei estendere la problematica: circolano da tempo sui social messaggi video di studi legali che pubblicizzano loro particolari competenze in materia medico-legale e che invitano a denunciare strutture sanitarie e medici possibili colpevoli dei decessi da Coronavirus.

Molti medici, infermieri e personale sanitario, oggi “Eroi” che lavorano in condizioni precarie e, spesso, senza protezioni adeguate rischiano di diventare “IMPUTATI”. I medici, insomma, essendo la categoria più esposta rischiano di essere condannati per reati colposi fino all’omicidio e conseguentemente a dovere sborsare quattrini che l’assicurazione potrebbe non coprire.

Eccellente, quindi, l’intervento del presidente FNOMCeO dott. Filippo Anelli che ha lanciato un appello al Consiglio Nazionale Forense, che ha censurato duramente le azioni di questi avvocati sciacalli.

È, infine, da considerarsi ignobile la proposta, ritirata nella tarda serata di domenica scorsa, “anche per le nostre proteste” dello scudo penale, civile ed erariale, emendamento presentato in Senato nella conversione del Decreto “Cura Italia” che “scudava” esclusivamente la politica ed i datori di lavoro (sempre di emanazione politica) da ogni responsabilità, escludendo “i sanitari“.

Ribadiamo con fermezza che lo scudo penale e civile, ad eccezione che per i casi di dolo o colpa grave, deve essere assicurato ai medici ed agli infermieri che sono impegnati in trincea a combattere senza sosta contro il coronavirus, con professionalità, spirito di abnegazione e con la stessa vita. Si sta combattendo una guerra che conta numerose vittime anche tra il personale sanitario, ad oggi 94 medici e 26 infermieri.

La Federspev e la Confedir saranno “vigili” e si adopereranno in tutte le sedi anche giurisdizionali per la tutela del personale sanitario, che fin dall’inizio di questa emergenza non si sta risparmiando per salvare vite umane. 

Michele Poerio

Presidente Nazionale Federspev 

Segretario Generale Confedir 


Nota del Dott. Umberto Bosio, Presidente FEDER.S.P.eV. - Regione Piemonte

(Federazione Sanitari Pensionati e Superstiti)

Credo sia opportuno ed importante per le prevedibili ricadute negative che ne possono derivare in campo medico-legale ed assicurativo, richiamare l’attenzione degli OMCeO provinciali, della stessa FNOMCeO e dei Sindacati di categoria sulla assurda distinzione delle cause di morte che, giornalmente, viene ripetutamente richiamata nella solita relazione della protezione civile sui dati relativi ai decessi nella  pandemia in atto, con l’avallo od il suggerimento dei rappresentanti di turno dell’I.S.S.

Morti per Covid e morti con Covid!

 A parte l’incongruenza medico-legale, incomprensibile ma pericolosa ai fini statistici, di tale distinzione è appena intuibile che le Compagnie assicurative, a fronte di questi distinguo (fatto da fonti ritenute “autorevoli”) sulle cause di morte, coglieranno ogni pretesto per non indennizzare i Famigliari dei troppi Colleghi deceduti per aver contratto la malattia nell’esercizio professionale.

Mentre da una parte si continua a mettere l’accento sulla gravità della situazione epidemiologica con continui appelli al distanziamento sociale, dall’altra si cerca di minimizzare l’impatto dell’infezione come causa terminale di morte, continuando a giustificarne l’evento per l’età e le patologie pregresse o concomitanti.

E’ di tutta evidenza che i nostri Medici anche Pensionati rientrati in servizio, pur affetti da altri stati morbosi, non sarebbero morti se non fossero stati contagiati ed è ormai statisticamente dimostrato che si stanno sempre di più positivizzando od ammalando anche soggetti giovani (emblematico il caso del “paziente 1”).

Mi auguro una forte presa di posizione, lo dobbiamo ai nostri Colleghi ed ai loro Famigliari.

Un cordiale collegiale saluto

 

                                                                                  Il Presidente regionale

                                                                                  Umberto Bosio

Biella, 06/04/2020

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